Bradicardìa
Definizione medica del termine Bradicardìa
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Definizione di Bradicardìa
Bradicardìa
Rallentamento del ritmo cardiaco al di sotto dei 60 battiti al minuto; il termine è anche sinonimo di aritmia ipocinetica (vedi anche aritmia).
La forma più comune è la bradicardìa sinusale: una serie di fattori di varia natura (farmaci quali i betabloccanti, i digitalici, la metildopa, la clonidina; condizioni fisiologiche o patologiche che influenzano il tono del nervo vago: dolore, riflessi a partire dall’apparato digerente; arteriosclerosi del sistema di conduzione cardiaco negli anziani) agiscono sul nodo senoatriale, sede anatomica di partenza dello stimolo alla contrazione del cuore, rallentandone la frequenza di scarica.
Nella maggior parte dei casi la condizione è benigna e, se sintomatica, controllabile con l’uso di farmaci che aumentano il tono simpatico (e così la frequenza cardiaca).
Nei casi più gravi, quando la frequenza è inferiore ai 30 battiti al minuto, può essere necessario l’impianto di un pace-maker temporaneo o permanente.
Frequenze così basse vengono però raggiunte in genere quando lo stimolo, normalmente innescato dal nodo senoatriale, viene rallentato o interrotto nel successivo tragitto nel sistema di conduzione intracardiaco: si tratta, in questo caso, di un blocco cardiaco.
La forma più comune è la bradicardìa sinusale: una serie di fattori di varia natura (farmaci quali i betabloccanti, i digitalici, la metildopa, la clonidina; condizioni fisiologiche o patologiche che influenzano il tono del nervo vago: dolore, riflessi a partire dall’apparato digerente; arteriosclerosi del sistema di conduzione cardiaco negli anziani) agiscono sul nodo senoatriale, sede anatomica di partenza dello stimolo alla contrazione del cuore, rallentandone la frequenza di scarica.
Nella maggior parte dei casi la condizione è benigna e, se sintomatica, controllabile con l’uso di farmaci che aumentano il tono simpatico (e così la frequenza cardiaca).
Nei casi più gravi, quando la frequenza è inferiore ai 30 battiti al minuto, può essere necessario l’impianto di un pace-maker temporaneo o permanente.
Frequenze così basse vengono però raggiunte in genere quando lo stimolo, normalmente innescato dal nodo senoatriale, viene rallentato o interrotto nel successivo tragitto nel sistema di conduzione intracardiaco: si tratta, in questo caso, di un blocco cardiaco.
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