Contrazioni Uterine
Definizione medica del termine Contrazioni Uterine
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Definizione di Contrazioni Uterine
Contrazioni Uterine
Attività involontaria e intermittente della muscolatura dell’utero (miometrio), che facilita la progressione del feto durante il parto.
Contrazioni non coordinate e non dolorose si verificano sporadicamente durante la gravidanza e diventano più frequenti nelle ultime settimane.
Il progressivo aumento dell’attività uterina al termine della gravidanza è dovuto all’azione di un ormone prodotto dall’ipofisi materna, l’ossitocina, e, secondo studi recenti, delle prostaglandine prodotte dalla decidua uterina.
Con il travaglio le contrazioni uterine diventano dolorose (doglie) e sono ben coordinate, progressivamente più frequenti, intense e durature.
Le pause, tra una contrazione uterina e l’altra, hanno la funzione di permettere l’irrorazione sanguigna della placenta e diventano via via più brevi.
La durata delle contrazioni uterine, rilevabile con la palpazione addominale, varia da 15-20 sec.
all’inizio del travaglio a 60-70 sec.
in periodo espulsivo.
La frequenza è di 4-5 contrazioni uterine ogni 10 minuti nel periodo dilatante, e di 5-6 in quello espulsivo.
Con l’espulsione del feto, le contrazioni non sono più dolorose e determinano il secondamento e la retrazione dell’utero.
Diminuiscono poi progressivamente per esaurirsi nella prima settimana di puerperio.
La suzione del capezzolo da parte del neonato può scatenare contrazioni uterine abbastanza dolorose (morsi uterini).Vedi parto.
Contrazioni non coordinate e non dolorose si verificano sporadicamente durante la gravidanza e diventano più frequenti nelle ultime settimane.
Il progressivo aumento dell’attività uterina al termine della gravidanza è dovuto all’azione di un ormone prodotto dall’ipofisi materna, l’ossitocina, e, secondo studi recenti, delle prostaglandine prodotte dalla decidua uterina.
Con il travaglio le contrazioni uterine diventano dolorose (doglie) e sono ben coordinate, progressivamente più frequenti, intense e durature.
Le pause, tra una contrazione uterina e l’altra, hanno la funzione di permettere l’irrorazione sanguigna della placenta e diventano via via più brevi.
La durata delle contrazioni uterine, rilevabile con la palpazione addominale, varia da 15-20 sec.
all’inizio del travaglio a 60-70 sec.
in periodo espulsivo.
La frequenza è di 4-5 contrazioni uterine ogni 10 minuti nel periodo dilatante, e di 5-6 in quello espulsivo.
Con l’espulsione del feto, le contrazioni non sono più dolorose e determinano il secondamento e la retrazione dell’utero.
Diminuiscono poi progressivamente per esaurirsi nella prima settimana di puerperio.
La suzione del capezzolo da parte del neonato può scatenare contrazioni uterine abbastanza dolorose (morsi uterini).Vedi parto.
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