Narcolessìa
Definizione medica del termine Narcolessìa
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Definizione di Narcolessìa
Narcolessìa
Condizione di ipersonnia, la cui causa è sconosciuta: probabilmente alla base vi è una disorganizzazione delle funzioni sonno-veglia.
Un tipico esempio di narcolessia si ha nel quadro della sindrome di Gelineau, in cui gli accessi di sonno si alternano ad attacchi brutali di cataplessia (brusche cadute a terra dovute a dissoluzione improvvisa del tono posturale e della motilità volontaria).
La narcolessia si presenta come un bisogno improvviso di sonno, che si presenta ad attacchi della durata variabile da pochi secondi a molte ore, in media 10-15 minuti.
Spesso la crisi di sonno non ha rapporto con fattori scatenanti specifici; talvolta, invece, dipende chiaramente da sollecitazioni emotive (sorprese, paura.).
Questo bisogno improvviso di sonno è facilmente reversibile quando si cerca di risvegliare il paziente.
Dal punto di vista elettroencefalografico, l'accesso narcolettico corrisponde all'avvento immediato di un periodo di sonno rapido, con movimenti oculari, non preceduto da una fase di sonno lento.
Non è possibile stabilire una prognosi certa per questa singolare malattia, potendosi essa risolvere spontaneamente in modo del tutto imprevedibile.
La terapia si avvale di farmaci risveglianti (anfetamine e derivati; antidepressivi triciclici, soprattutto imipramina).
Un tipico esempio di narcolessia si ha nel quadro della sindrome di Gelineau, in cui gli accessi di sonno si alternano ad attacchi brutali di cataplessia (brusche cadute a terra dovute a dissoluzione improvvisa del tono posturale e della motilità volontaria).
La narcolessia si presenta come un bisogno improvviso di sonno, che si presenta ad attacchi della durata variabile da pochi secondi a molte ore, in media 10-15 minuti.
Spesso la crisi di sonno non ha rapporto con fattori scatenanti specifici; talvolta, invece, dipende chiaramente da sollecitazioni emotive (sorprese, paura.).
Questo bisogno improvviso di sonno è facilmente reversibile quando si cerca di risvegliare il paziente.
Dal punto di vista elettroencefalografico, l'accesso narcolettico corrisponde all'avvento immediato di un periodo di sonno rapido, con movimenti oculari, non preceduto da una fase di sonno lento.
Non è possibile stabilire una prognosi certa per questa singolare malattia, potendosi essa risolvere spontaneamente in modo del tutto imprevedibile.
La terapia si avvale di farmaci risveglianti (anfetamine e derivati; antidepressivi triciclici, soprattutto imipramina).
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