Caricamento...

Mammella, Tumori Della

Definizione medica del termine Mammella, Tumori Della

Ultimi cercati: Ilìaco - Broncodilatatori - Tàlamo - Procaina - Midrìasi

Definizione di Mammella, Tumori Della

Mammella, Tumori Della

Indice:Tumori benigniTumori maligniEpidemiologiaFattori di rischioAnatomia patologicaClinicaDiagnosiStadiazioneTerapiatumori a carattere benigno o maligno che colpiscono la mammella.Tumori benigniÈ possibile distinguere: displasie mammarie, lesioni pseudotumorali (mastiti, galattocele ecc.) e tumori benigni.
Questi ultimi sono classificati in: fibroadenoma e adenoma semplice (che interessano prevalentemente donne giovani); papilloma intraduttale e tumore filloide (che colpiscono più spesso donne tra i 40 e i 50 anni).
Costituiti da piccoli nodi di dimensioni variabili (da un chicco d’uva a una noce), solitamente non causano dolore, possono ingrandirsi in gravidanza o subito prima della menopausa.
Il papilloma intraduttale può dare secrezione ematica dal capezzolo, il tumore filloide può ingrandirsi molto rapidamente fino a raggiungere dimensioni tali da modificare il profilo della mammella.
Alcuni di questi tumori possono trasformarsi in maligni, perciò la terapia è sempre chirurgica.Tumori maligniFra i tumori maligni che colpiscono la donna, quelli localizzati alla mammella -e, tra questi, i carcinomi che originano direttamente dalla ghiandola mammaria- sono i più frequenti.
È necessario formulare una diagnosi precoce e soprattutto informare le donne sull’importanza dell’autopalpazione periodica come pratica che la rende possibile.
Spesso è proprio la donna la prima ad accorgersi della presenza di un’irregolarità (sotto forma di nodulo) all’interno della mammella, e in tal caso è necessario recarsi dal medico cui spetterà di suggerire i provvedimenti più adeguati.
EpidemiologiaOgni anno in Italia oltre 11.000 donne muoiono di cancro mammario.
L'incidenza nelle varie regioni italiane ha un netto gradiente Nord-Sud (nel senso che al Nord è maggiore), analogamente a quanto avviene nel resto del mondo, dove questo tumore è tanto più diffuso quanto maggiore è il grado di occidentalizzazione dei vari paesi (industrializzazione e abitudini di vita, soprattutto alimentari, parrebbero coinvolte).
Il rischio aumenta con l'età: la più colpita è quella intorno alla menopausa, anche se negli ultimi anni si è constatato un aumento della frequenza nelle donne più giovani.
Fattori di rischioNon è possibile individuare uno specifico sottogruppo a rischio: disponiamo di dati sui singoli.
Il rischio è tanto minore quanto più tardivo è il menarca e precoce la menopausa (minor esposizione agli estrogeni).
Il rischio è tanto minore quante più gravidanze una donna ha avuto e quanto più precoce è stata la prima.
L'obesità è un rischio solo dopo la menopausa.
Il rischio è tanto maggiore quanto maggiore è la dose cumulativa di radiazioni toraciche a cui la donna è stata esposta e quanto più precoce è stata l'esposizione (soprattutto prima dei 20 anni).
Alcol e alimentazione sono fattori di rischio in relazione alla quantità di calorie introdotte e alla percentuale di queste in lipidi animali.
Per quanto riguarda i contraccettivi orali, non ci sono risposte definitive.
La terapia ormonale perimenopausale a base di soli estrogeni per os è associata a un modesto aumento del rischio ma non v'è consenso unanime su quanti anni di terapia siano necessari per provocare questo effetto neoplastico; per le somministrazioni transdermiche (cerotti) è ancora troppo presto per trarre conclusioni; l'aggiunta di progestinici ha fornito dati discordanti.
Una familiarità vera, legata a fattori genetici ereditari, è rara ma esiste; non va confusa tout-court con la presenza di più casi di tumore della mammella nella stessa famiglia, perché questa può essere casuale o legata a fattori ambientali.
Le donne in età fertile che consumano regolarmente e in quantità elevata cibi contenenti grassi animali sono maggiormente a rischio di tumore della mammella, come suggerisce uno studio iniziato nel 1991 su larga scale su donne di età compresa tra 26 e 46 anni, che avevano già partecipato al trial Nurses’ Health Study II, in cui è stata valutata l’associazione tra il consumo di cibi ricchi in grassi e il carcinoma mammario.
E' risultato che non è la quantità ma il tipo di grasso, ossia animale o vegetale.
Le donne che hanno consumato elevate quantità di grassi animali - soprattutto carne rossa e prodotti caseari - rischiavano, rispetto a quelle che assumevano grassi vegetali, il 54% in più di manifestare il tumore.
Anche se è noto che una volta ingeriti i grassi sono in grado di aumentare i livelli di alcuni ormoni coinvolti nello sviluppo del cancro della mammella, non sono ancora stati chiariti i meccanismi per cui unicamente i grassi animali e non quelli vegetali siano correlati a tale neoplasia.Anatomia patologicaIl carcinoma della mammella deriva dalle cellule epiteliali dell'albero ghiandolare mammario e può dar luogo a diversi istotipi; di questi, i più frequenti sono il carcinoma duttale (75%) e quello lobulare(5%): entrambi derivano, in realtà, dalle unità terminali dottolobulari e successivamente si sviluppano diversamente tra loro.
Dal punto di vista morfologico, entrambi possono presentarsi come carcinomi in situ (non invasivi) o infiltranti.
Dal punto di vista biofunzionale, i tumori della mammella possono possedere recettori cellulari di superficie per gli ormoni steroidei (estradiolo e progesterone, con significato prognostico favorevole) ed essere variamente associati alla presenza di oncogeni, protoncogeni e geni oncosoppressori.ClinicaAll'inizio può trattarsi del reperto casuale di un semplice nodulo mammario.
Segni clinici di neoplasia in fase più avanzata sono solitamente la presenza di: nodulo duro e a contorni irregolari, retrazione della cute, edema, scarsa mobilità della tumefazione, secrezione ematica o sieroematica monoporica, alterazioni del capezzolo, adenopatia ascellare.
I tumori maligni si diffondono attraverso la via linfatica e compromettono i linfonodi ascellari, mammari interni e sopraclaveari; attraverso la via ematica causano metastasi ossee alla colonna vertebrale, al femore, alla pelvi, all’omero, alla tibia e al radio, e metastasi polmonari (evidenziabili mediante radiografia del torace, tomografia e broncoscopia).DiagnosiSi basa su alcuni momenti fondamentali: (1) Autoesame, insegnato dal medico e praticato poi dalla donna, che impara a conoscere le proprie mammelle e riconoscere la presenza di lesioni o noduli sospetti.
(2) Esame clinico: ricerca di lesioni focali da sottoporre a indagini specifiche.
(3) Mammografia: mezzo efficace di screening nelle donne d'età compresa tra i 50 e i 70 anni, in grado di rivelare carcinomi in fase preclinica.
(4) Ecografia: utile per diagnosticare in modo atraumatico lesioni benigne (per esempio le cisti) e per guidare l'agoaspirazione e la biopsia chirurgica di lesioni sospette.
(5) Agoaspirazione e microbiopsia: su guida clinica, ecografica o mammografica, precisa la natura delle lesioni ma non può distinguere tra un carcinoma in situ e uno infiltrante.
(6) Galattografia, ecocolor-doppler, tecniche di medicina nucleare, risonanza magnetica, TAC: da riservare a casi selezionati.StadiazioneRilevante nella programmazione terapeutica.
Le indagini importanti a tale fine sono: radiografia del torace, ecografia addominale, scintigrafia ossea, determinazione dei marcatori tumorali (CEA e CA 15.3), esami di laboratorio e in particolare fosfatasi alcalina, transaminasi e gammaGT.
È oggi in fase di avanzata applicazione una tecnica che consente di acquisire informazioni utili a determinare il grado di diffusione del tumore e il tipo di intervento terapeutico che si renderà necessario: lo studio del 'linfonodo sentinella'.TerapiaLe numerose ricerche condotte nell'ambito dei tumori della mammella hanno provocato un mutamento radicale dell'approccio terapeutico a questa neoplasia.
Diversi sono i protocolli sperimentati perché molto diverse tra loro sono le facce del tumore.
La chirurgia (con diversi gradi di mastectomia) resta ancora il 'gold standard' -in collaborazione tra chirurgo oncologo e chirurgo plastico- soprattutto negli stadi non avanzati: in alcuni casi ancora demolitiva, è oggi quanto mai possibile intervenire con trattamenti conservativi, associabili alla radioterapia in base agli schemi previsti.
In casi selezionati, è possibile far precedere l'opera del chirurgo da cicli chemioterapici che hanno lo scopo di ridurre le dimensioni della massa da asportare.
In ogni caso, i trattamenti medici sono poi in grado di ridurre le recidive di malattia nelle donne operate; in particolare, si segnala l'utilizzo della chemioterapia citotossica (ciclofosfamide, metotrexate o 5-fluorouracile) soprattutto nelle donne al di sotto dei 50 anni o in premenopausa, e l'uso di terapie ormonali (tamoxifene, un antiestrogeno) nelle donne oltre i 50 anni o in postmenopausa, quando siano identificati i recettori ormonali presenti sulle cellule tumorali in modo da ostacolare la crescita del tumore.
È allo studio la possibilità di somministrare alte dosi di chemioterapia, facendole seguire dalla reinfusione di cellule staminali, per migliorare la prognosi delle pazienti a rischio molto elevato di recidiva.
Appartengono per il momento al futuro terapie innovative su base biologica, che utilizzano molecole antisenso, promotori dell'apoptosi, fattori antineoangiogenetici e anticorpi monoclonali diretti contro fattori di crescita tumorali o altri prodotti di oncogeni.
Sono in fase di pubblicazione i risultati di uno studio in cui è stato utilizzato il tamoxifene come arma di chemioprevenzione primaria: se confermati, essi dimostrerebbero la possibilità di prevenire lo sviluppo di carcinoma della mammella in donne a elevato rischio per questa patologia.
Analoghe proprietà apparterrebbero anche al raloxifene, un farmaco analogo al precedente.
1.129     0

Altri termini medici

Emolisina

Tossina, prodotta da microrganismi (soprattutto Clostridium, Toxoplasma, Plasmodium), capace di provocare l’emolisi....
Definizione completa

Cheratoplàstica

Sostituzione chirurgica della cornea opacata o di una sua parte con tessuto corneale trasparente. Il tessuto corneale da innestare è...
Definizione completa

Scialagoghi

Farmaci che aumentano la secrezione salivare. Tra i più potenti figurano: le sostanze emetiche, quali l’apomorfina e l’emetina, e i...
Definizione completa

Cobalto

Elemento chimico presente in piccole quantità in quasi tutti gli organismi animali e vegetali. Il suo isotopo 60Co (radiocobalto), che...
Definizione completa

Colostro

Liquido secreto dalla ghiandola mammaria prima che inizi la produzione del latte vero e proprio. È denso, giallastro, ricco di...
Definizione completa

Malato

Persona che attraversa uno stato di malattia....
Definizione completa

Colecistochinina

Ormone polipeptidico prodotto dal duodeno e dal digiuno in risposta a stimoli come i pasti grassi e proteici. Induce la...
Definizione completa

Acromìa

Assenza di melanina a causa della scomparsa o dell’inattività dei melanociti, cellule produttrici di quel pigmento. Vi sono lesioni acromiche...
Definizione completa

Tacrine

Farmaco anticolinesterasico impiegato nella demenza presenile di Alzheimer, in grado di innalzare la concentrazione cerebrale di acetilcolina. Viene utilizzato nell’ipotesi...
Definizione completa

Diamo i numeri

Orgogliosi dei nostri numeri e dei servizi che offriamo.

7650

termini medici

5892

giorni online

571524

utenti