Tifo Esantematico
Definizione medica del termine Tifo Esantematico
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Definizione di Tifo Esantematico
Tifo Esantematico
(o tifo epidemico), malattia infettiva acuta dovuta alla penetrazione nell’organismo di Rickettsia prowazeki, veicolata da pidocchi (Pediculus corporis o Pediculus capitis).
Il pidocchio infatti, oltre a pungere la cute umana per nutrirsi, vi defeca inducendo prurito e grattamento, cosicché si creano escoriazioni che consentono a Rickettsia, presente nell’intestino del pidocchio e quindi nelle sue feci, di introdursi nell’organismo.
Dopo un periodo di incubazione di 5-20 giorni si ha un esordio improvviso con cefalea, dolori articolari, vomito, febbre alta (40 °C) continua-remittente; in terza-quarta giornata compare l’esantema a piccole chiazze, che dal tronco si diffonde agli arti e diviene in breve emorragico; la febbre cade per lisi al 14° giorno, con graduale scomparsa dell’esantema, seguita da desquamazione da strofinio.
La diagnosi si basa sui reperti di laboratorio (al 5° giorno di malattia positività della sierodiagnosi di Weil-Felix).
La prognosi è riservata per eventuali complicazioni polmonari e cardiache, quasi sempre mortali.
Per la terapia si impiegano antibiotici (tetracicline); la profilassi prevede la lotta agli insetti vettori, l’adozione di migliori condizioni igieniche, la vaccinazione contro la rickettsiosi.
Il pidocchio infatti, oltre a pungere la cute umana per nutrirsi, vi defeca inducendo prurito e grattamento, cosicché si creano escoriazioni che consentono a Rickettsia, presente nell’intestino del pidocchio e quindi nelle sue feci, di introdursi nell’organismo.
Dopo un periodo di incubazione di 5-20 giorni si ha un esordio improvviso con cefalea, dolori articolari, vomito, febbre alta (40 °C) continua-remittente; in terza-quarta giornata compare l’esantema a piccole chiazze, che dal tronco si diffonde agli arti e diviene in breve emorragico; la febbre cade per lisi al 14° giorno, con graduale scomparsa dell’esantema, seguita da desquamazione da strofinio.
La diagnosi si basa sui reperti di laboratorio (al 5° giorno di malattia positività della sierodiagnosi di Weil-Felix).
La prognosi è riservata per eventuali complicazioni polmonari e cardiache, quasi sempre mortali.
Per la terapia si impiegano antibiotici (tetracicline); la profilassi prevede la lotta agli insetti vettori, l’adozione di migliori condizioni igieniche, la vaccinazione contro la rickettsiosi.
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