Ipotensione Arteriosa
Definizione medica del termine Ipotensione Arteriosa
Ultimi cercati: ALT - Respiratorio, apparato - Bàlsami - Wallenberg, sìndrome di - Reattivo mentale
Definizione di Ipotensione Arteriosa
Ipotensione Arteriosa
Condizione in cui i valori pressori di un individuo sono più bassi di quelli considerati normali (100-110 mmHg per la pressione sistolica / 60-70 mmHg per la pressione diastolica).
I fattori che possono provocare una riduzione della pressione sanguigna sono: la riduzione della gettata cardiaca, la riduzione della volemia, la riduzione delle resistenze periferiche.
Nel primo caso, sia una diminuita forza di contrazione conseguente a un infarto miocardico massivo, che una aritmia cardiaca o un tamponamento cardiaco possono causare una diminuzione del riempimento ventricolare tale da determinare una gettata ridotta.
L'ipovolemia, invece, può conseguire a emorragie o a perdite di acqua e/o sali per via gastroenterica, renale o cutanea (morbo di Addison, diabete mellito, diabete insipido, vomito o diarrea prolungati, ustioni estese).
Infine, una riduzione delle resistenze periferiche può conseguire all'assunzione di numerosi farmaci, a uno stato di shock settico o a una alterazione vagale (che comporta quindi vasotono inadeguato e si manifesta con sincopi vaso-vagali o ipotensione ortostatica).
Un cenno particolare meritano alcune peculiari forme cliniche: A) l'ipotensione ortostatica consegue, solitamente, a aterosclerosi dell'arco aortico che rende i recettori pressori largamente insensibili alle variazioni del flusso sanguigno; ciò comporta l'incapacità di correggere rapidamente la caduta pressoria che si ha nel passaggio improvviso dalla stazione sdraiata (clinostatismo) a quella eretta (ortostatismo), o l'incapacità di mantenere valori pressori costanti nella stazione eretta prolungata.
È tipica degli anziani.
B) la sincope vaso-vagale riconosce un meccanismo neurogeno mediato dal nervo vago e scatenato da sensazioni spesso emozionali (ansia, stress, dolore intenso...); è caratterizzata dalla riduzione delle resistenze periferiche accompagnata, anziché da una adeguata accelerazione cardiaca, da un rallentamento della frequenza cardiaca.
È possibile anche in individui altrimenti sani.
C) la sindrome del seno carotideo è legata ad aterosclerosi dei pressocettori del seno carotideo: stimolazioni anche banali (radersi, annodare una cravatta...) possono innescare una risposta vagale in tutto simile a quella descritta al punto B).
L'ipotensione può costituire un dato fisiopatologico di riscontro costante in un paziente, e avere un'origine per così dire costituzionale, oppure presentarsi acutamente, spesso in questi casi determinando lipotimie o episodi sincopali.
L'ipotensione può dunque essere relativamente asintomatica oppure provocare -specie quando la riduzione pressoria è rapida- segni clinici da diminuita perfusione tessutale: cute fredda, pallida, sudaticcia; oliguria; alterazioni dell’equilibrio metabolico; tachicardia ecc.
Quando la riduzione della pressione arteriosa è così importante da determinare una grave ipoperfusione dei tessuti per un tempo sufficientemente prolungato, si verificano alterazioni irreversibili delle funzioni cellulari con danno metabolico generalizzato: questa condizione clinica va sotto il nome di shock.
I fattori che possono provocare una riduzione della pressione sanguigna sono: la riduzione della gettata cardiaca, la riduzione della volemia, la riduzione delle resistenze periferiche.
Nel primo caso, sia una diminuita forza di contrazione conseguente a un infarto miocardico massivo, che una aritmia cardiaca o un tamponamento cardiaco possono causare una diminuzione del riempimento ventricolare tale da determinare una gettata ridotta.
L'ipovolemia, invece, può conseguire a emorragie o a perdite di acqua e/o sali per via gastroenterica, renale o cutanea (morbo di Addison, diabete mellito, diabete insipido, vomito o diarrea prolungati, ustioni estese).
Infine, una riduzione delle resistenze periferiche può conseguire all'assunzione di numerosi farmaci, a uno stato di shock settico o a una alterazione vagale (che comporta quindi vasotono inadeguato e si manifesta con sincopi vaso-vagali o ipotensione ortostatica).
Un cenno particolare meritano alcune peculiari forme cliniche: A) l'ipotensione ortostatica consegue, solitamente, a aterosclerosi dell'arco aortico che rende i recettori pressori largamente insensibili alle variazioni del flusso sanguigno; ciò comporta l'incapacità di correggere rapidamente la caduta pressoria che si ha nel passaggio improvviso dalla stazione sdraiata (clinostatismo) a quella eretta (ortostatismo), o l'incapacità di mantenere valori pressori costanti nella stazione eretta prolungata.
È tipica degli anziani.
B) la sincope vaso-vagale riconosce un meccanismo neurogeno mediato dal nervo vago e scatenato da sensazioni spesso emozionali (ansia, stress, dolore intenso...); è caratterizzata dalla riduzione delle resistenze periferiche accompagnata, anziché da una adeguata accelerazione cardiaca, da un rallentamento della frequenza cardiaca.
È possibile anche in individui altrimenti sani.
C) la sindrome del seno carotideo è legata ad aterosclerosi dei pressocettori del seno carotideo: stimolazioni anche banali (radersi, annodare una cravatta...) possono innescare una risposta vagale in tutto simile a quella descritta al punto B).
L'ipotensione può costituire un dato fisiopatologico di riscontro costante in un paziente, e avere un'origine per così dire costituzionale, oppure presentarsi acutamente, spesso in questi casi determinando lipotimie o episodi sincopali.
L'ipotensione può dunque essere relativamente asintomatica oppure provocare -specie quando la riduzione pressoria è rapida- segni clinici da diminuita perfusione tessutale: cute fredda, pallida, sudaticcia; oliguria; alterazioni dell’equilibrio metabolico; tachicardia ecc.
Quando la riduzione della pressione arteriosa è così importante da determinare una grave ipoperfusione dei tessuti per un tempo sufficientemente prolungato, si verificano alterazioni irreversibili delle funzioni cellulari con danno metabolico generalizzato: questa condizione clinica va sotto il nome di shock.
Altri termini medici
Fibrosite
Infiammazione acuta a carico dei tendini (tendiniti), delle fasce peritendinee (peritendiniti), delle sierose sinoviali (tenosinoviti) e delle borse articolari (borsiti)...
Definizione completa
Ipnòtici
Farmaci che facilitano o inducono il sonno attraverso una depressione delle funzioni mentali e un abbassamento del livello di vigilanza...
Definizione completa
Pityrìasis Ròsea
Dermatosi eritemato-desquamativa a carattere eruttivo. La causa è sconosciuta; si sospetta un’origine virale. L’incidenza della malattia è maggiore tra i...
Definizione completa
Insufficienza Tricuspidale
Incapacità della valvola tricuspide di opporsi al reflusso sistolico del sangue dal ventricolo all’atrio destro; è di origine reumatica, o...
Definizione completa
Iperostosi Frontale Esterna
Situazione caratterizzata da proliferazione di tessuto osseo sulla superficie interna dell’osso frontale; può dare cefalea....
Definizione completa
Destrocardìa
Anomalia congenita per cui il cuore è posto nell’emitorace destro anziché in quello sinistro. La destrocardìa può essere una condizione...
Definizione completa
Tine-test
Inoculazione intradermica di una minima quantità di tubercolina al fine di saggiare la reattività dell’individuo alla tubercolosi. Il test viene...
Definizione completa
Anisosfigmìa
Differenza di ampiezza delle pulsazioni di un vaso arterioso rispetto all’omologo controlaterale (vedi coartazione aortica)....
Definizione completa
Diamo i numeri
Orgogliosi dei nostri numeri e dei servizi che offriamo.
7650
termini medici
6478
giorni online
628366
