Obesità
Definizione medica del termine Obesità
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Definizione di Obesità
Obesità
Condizione dismetabolica caratterizzata da un aumento eccessivo del peso corporeo.
L'obesità può essere determinata in base a criteri differenti; i più comuni sono: le cosiddette tabelle del peso ideale (secondo le quali l'eccedenza di peso corporeo superiore al 20% è definita sovrappeso e quella superiore al 30% è definita obesità) stabilito in rapporto a sesso, età e altezza; il calcolo dell'indice di massa corporea (BMI, body mass index), un particolare rapporto tra peso e altezza del soggetto.
Da un punto di vista eziologico, si distinguono un’obesità essenziale e una secondaria, conseguente ad altri stati morbosi.
L’obesità essenziale è la più frequente: si distingue in obesità grave, a insorgenza precoce, e in obesità dell’adulto, ed è determinata sostanzialmente da uno squilibrio tra introduzione calorica alimentare in eccesso e diminuito consumo di energie.
La terapia di questo tipo di obesità è dietetica, e solo in rari casi è utile l’associazione di farmaci anoressizzanti (anfetaminici: fendimetrazina, dietilproprione, fenfluramina, dexfenfluramina), sempre e comunque sotto stretta sorveglianza medica.
I cardini della terapia prevedono altresì una adeguata attività fisica (di bassa intensità ma prolungata), il rinforzo costante delle motivazioni psicologiche e una vera e propria rieducazione alimentare.
Per quanto riguarda la terapia farmacologica (che va comunque riservata a casi selezionati), detto degli anoressizzanti, va fatto cenno all'uso di farmaci attivi sull'apparato digerente (acarbosio, inibitori delle lipasi), sul sistema nervoso (fluoxetina, farmaco antidepressivo con effetto anoressizzante), sugli adipociti (leptina), di ormoni gastroenterici e peptidi gastrointestinali e di agonisti dei recettori beta3-adrenergici (termogenici, inducono lipolisi).
La chirurgia è limitata al trattamento delle grandi obesità (bendaggio gastrico con silicone).
L’obesità secondaria può essere dovuta a: lesioni ipotalamiche con conseguente alterazione del senso di fame e di sazietà; ipotiroidismo, ipogonadismo; policistosi ovarica; sindrome di Cushing; diabete mellito; insulinoma; assunzione di farmaci (soprattutto cortisonici ed antidepressivi triciclici).
La terapia dell’obesità secondaria prevede naturalmente la cura della malattia di base.
Esistono infine dei quadri molto rari di obesità ereditaria.
Sotto il profilo della distribuzione del tessuto adiposo, si può parlare di obesità androide e ginoide a seconda che sia prevalente al disopra o al disotto della linea ombelicale; e di obesità armonica o disarmonica.
L’obesità viene considerata attualmente un fattore di rischio per patologie gravi come l'aterosclerosi e gli incidenti cardiovascolari a essa in qualche modo connessi, il diabete mellito e le sindromi degenerativo-artrosiche: per tale motivo deve essere valutata con attenzione dal medico e rigorosamente curata.
L'obesità può essere determinata in base a criteri differenti; i più comuni sono: le cosiddette tabelle del peso ideale (secondo le quali l'eccedenza di peso corporeo superiore al 20% è definita sovrappeso e quella superiore al 30% è definita obesità) stabilito in rapporto a sesso, età e altezza; il calcolo dell'indice di massa corporea (BMI, body mass index), un particolare rapporto tra peso e altezza del soggetto.
Da un punto di vista eziologico, si distinguono un’obesità essenziale e una secondaria, conseguente ad altri stati morbosi.
L’obesità essenziale è la più frequente: si distingue in obesità grave, a insorgenza precoce, e in obesità dell’adulto, ed è determinata sostanzialmente da uno squilibrio tra introduzione calorica alimentare in eccesso e diminuito consumo di energie.
La terapia di questo tipo di obesità è dietetica, e solo in rari casi è utile l’associazione di farmaci anoressizzanti (anfetaminici: fendimetrazina, dietilproprione, fenfluramina, dexfenfluramina), sempre e comunque sotto stretta sorveglianza medica.
I cardini della terapia prevedono altresì una adeguata attività fisica (di bassa intensità ma prolungata), il rinforzo costante delle motivazioni psicologiche e una vera e propria rieducazione alimentare.
Per quanto riguarda la terapia farmacologica (che va comunque riservata a casi selezionati), detto degli anoressizzanti, va fatto cenno all'uso di farmaci attivi sull'apparato digerente (acarbosio, inibitori delle lipasi), sul sistema nervoso (fluoxetina, farmaco antidepressivo con effetto anoressizzante), sugli adipociti (leptina), di ormoni gastroenterici e peptidi gastrointestinali e di agonisti dei recettori beta3-adrenergici (termogenici, inducono lipolisi).
La chirurgia è limitata al trattamento delle grandi obesità (bendaggio gastrico con silicone).
L’obesità secondaria può essere dovuta a: lesioni ipotalamiche con conseguente alterazione del senso di fame e di sazietà; ipotiroidismo, ipogonadismo; policistosi ovarica; sindrome di Cushing; diabete mellito; insulinoma; assunzione di farmaci (soprattutto cortisonici ed antidepressivi triciclici).
La terapia dell’obesità secondaria prevede naturalmente la cura della malattia di base.
Esistono infine dei quadri molto rari di obesità ereditaria.
Sotto il profilo della distribuzione del tessuto adiposo, si può parlare di obesità androide e ginoide a seconda che sia prevalente al disopra o al disotto della linea ombelicale; e di obesità armonica o disarmonica.
L’obesità viene considerata attualmente un fattore di rischio per patologie gravi come l'aterosclerosi e gli incidenti cardiovascolari a essa in qualche modo connessi, il diabete mellito e le sindromi degenerativo-artrosiche: per tale motivo deve essere valutata con attenzione dal medico e rigorosamente curata.
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