Aterosclèrosi
Definizione medica del termine Aterosclèrosi
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Definizione di Aterosclèrosi
Aterosclèrosi
Condizione morbosa caratterizzata dalla formazione di ateromi nelle arterie.
Colpisce generalmente individui di 50-60 anni, benché si possa riscontrare anche nell’età giovanile.
Nei due sessi vi è una diversa incidenza: la donna durante il periodo fecondo è meno colpita rispetto all’uomo.
All’inizio, l’aterosclèrosi si manifesta a carico della tunica intima delle arterie con la presenza di placche giallastre, dette ateromi, che tendono a diventare rilevate, di grandezza variabile, spesso confluenti e, in un secondo tempo, a ulcerarsi e a calcificarsi con formazione di trombi che possono più o meno occludere il lume del vaso.
I fenomeni chiamati in causa per chiarire l’origine dell’aterosclèrosi sono molteplici e non ancora del tutto noti.
L’aterosclèrosi è di grande importanza clinica per la sua predilezione per le coronarie, le arterie cerebrali e quelle degli arti, nelle quali determina riduzione del lume, con eventuale trombosi e occlusione totale.
Infatti l’aterosclèrosi a carico delle coronarie è senza dubbio la principale causa di patologie come l’infarto e l’angina pectoris; mentre le lesioni a carico delle arterie cerebrali possono esitare in fenomeni gravi quali l’ictus o la morte improvvisa.
Nei soggetti che sviluppano l’aterosclèrosi è possibile identificare l’esistenza di alcune condizioni e di particolari abitudini di vita, genericamente definite “fattori di rischio”.
Un soggetto che abbia almeno uno dei fattori di rischio ha più probabilità di sviluppare l’aterosclèrosi e di soffrirne più precocemente rispetto a un individuo che non ne presenti.
I fattori di rischio sono l’invecchiamento, il sesso maschile, la predisposizione genetica, il fumo di sigaretta, l’ipertensione arteriosa, il sovrappeso corporeo, l’ipercolesterolemia, l’iperglicemia, la mancanza di attività fisica, lo stress.
L'associazione di più fattori di rischio moltiplica le probabilità di malattie cardiovascolari.
Molto importante è la correzione dell’iperlipidemia attraverso la regolarizzazione del peso corporeo e la riduzione, nella dieta, dell’apporto di colesterolo e grassi saturi.
Tale regime dietetico, associato all’abolizione dell’alcol, provoca in pochi mesi una diminuzione della quantità di lipidi nel sangue.
Colpisce generalmente individui di 50-60 anni, benché si possa riscontrare anche nell’età giovanile.
Nei due sessi vi è una diversa incidenza: la donna durante il periodo fecondo è meno colpita rispetto all’uomo.
All’inizio, l’aterosclèrosi si manifesta a carico della tunica intima delle arterie con la presenza di placche giallastre, dette ateromi, che tendono a diventare rilevate, di grandezza variabile, spesso confluenti e, in un secondo tempo, a ulcerarsi e a calcificarsi con formazione di trombi che possono più o meno occludere il lume del vaso.
I fenomeni chiamati in causa per chiarire l’origine dell’aterosclèrosi sono molteplici e non ancora del tutto noti.
L’aterosclèrosi è di grande importanza clinica per la sua predilezione per le coronarie, le arterie cerebrali e quelle degli arti, nelle quali determina riduzione del lume, con eventuale trombosi e occlusione totale.
Infatti l’aterosclèrosi a carico delle coronarie è senza dubbio la principale causa di patologie come l’infarto e l’angina pectoris; mentre le lesioni a carico delle arterie cerebrali possono esitare in fenomeni gravi quali l’ictus o la morte improvvisa.
Nei soggetti che sviluppano l’aterosclèrosi è possibile identificare l’esistenza di alcune condizioni e di particolari abitudini di vita, genericamente definite “fattori di rischio”.
Un soggetto che abbia almeno uno dei fattori di rischio ha più probabilità di sviluppare l’aterosclèrosi e di soffrirne più precocemente rispetto a un individuo che non ne presenti.
I fattori di rischio sono l’invecchiamento, il sesso maschile, la predisposizione genetica, il fumo di sigaretta, l’ipertensione arteriosa, il sovrappeso corporeo, l’ipercolesterolemia, l’iperglicemia, la mancanza di attività fisica, lo stress.
L'associazione di più fattori di rischio moltiplica le probabilità di malattie cardiovascolari.
Molto importante è la correzione dell’iperlipidemia attraverso la regolarizzazione del peso corporeo e la riduzione, nella dieta, dell’apporto di colesterolo e grassi saturi.
Tale regime dietetico, associato all’abolizione dell’alcol, provoca in pochi mesi una diminuzione della quantità di lipidi nel sangue.
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