Calcolosi Renale
Definizione medica del termine Calcolosi Renale
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Definizione di Calcolosi Renale
Calcolosi Renale
Indice:La formazione dei calcoliDiagnosi e terapiapresenza nelle vie urinarie di calcoli di dimensioni variabili, che possono ostacolare il normale deflusso dell’urina e provocare lesioni alla parete delle vie escretrici.
Si tratta di una malattia con notevole tendenza a ripresentarsi nello stesso soggetto.
Per alcune forme si ritiene abbiano importanza fattori ereditari.La formazione dei calcoliI calcoli si formano con maggiore facilità quando nelle urine sono presenti elevate concentrazioni di sostanze poco solubili (per esempio, sali di calcio o di acido urico), oppure quando il flusso urinario è rallentato, e quindi tali sostanze, permanendo più a lungo nelle vie urinarie, precipitano più facilmente.
Quando iniziano a precipitare, e incomincia a formarsi il calcolo, due sono le evoluzioni possibili: il calcolo continua ad accrescersi progressivamente sino a occupare interamente la cavità nella quale si trova (calcolo “a stampo”), e in questi casi il rene interessato può perdere completamente la sua funzione; più spesso però il materiale precipitato viene trascinato dal flusso dell’urina ed espulso.
Il rischio in queste circostanze è che i calcoli ledano la parete delle vie urinarie, con conseguente comparsa di sangue nell’urina.
Se, invece, il calcolo defluendo raggiunge un punto più ristretto delle vie escretrici, può occluderle provocando una colica renale, che è il sintomo caratteristico della malattia.Diagnosi e terapiaLa diagnosi si basa sull’esame delle urine e del calcolo, sull’ecografia renale, sulla radiografia standard dell’addome.
In casi particolari può essere necessaria l’urografia o la TAC.
La terapia deve essere anzitutto dietetica, con eliminazione di tutti gli alimenti che possono favorire la formazione di calcoli.
Una terapia di questo tipo, che ha soprattutto un significato di prevenzione nei soggetti predisposti, comprende principalmente l’assunzione giornaliera di elevate quantità di acqua oligominerale (2-3 litri al giorno, per la maggior parte a stomaco vuoto), per cui è detta idropinica.
Aumentando così il volume delle urine, si favorisce l’allontanamento spontaneo dei piccoli calcoli e si ostacola il loro accrescimento.
La terapia farmacologica si basa sull’uso di disinfettanti delle vie urinarie e di diuretici.
Il trattamento chirurgico può consistere in tecniche diverse: introduzione, con l’ausilio di un cistoscopio, di un sottile catetere nell’uretere dove si sia arrestato un piccolo calcolo, per mobilizzarlo e farlo scendere in vescica; frantumazione, sempre per via cistoscopica, di grossi calcoli vescicali per rendere possibile l’espulsione spontanea dei frammenti; frantumazione del calcolo dall’esterno con la tecnica della litotripsia; asportazione dei calcoli dopo apertura del rene o delle vie urinarie.
In casi molto gravi può essere necessario asportare l’intero rene interessato.
Si tratta di una malattia con notevole tendenza a ripresentarsi nello stesso soggetto.
Per alcune forme si ritiene abbiano importanza fattori ereditari.La formazione dei calcoliI calcoli si formano con maggiore facilità quando nelle urine sono presenti elevate concentrazioni di sostanze poco solubili (per esempio, sali di calcio o di acido urico), oppure quando il flusso urinario è rallentato, e quindi tali sostanze, permanendo più a lungo nelle vie urinarie, precipitano più facilmente.
Quando iniziano a precipitare, e incomincia a formarsi il calcolo, due sono le evoluzioni possibili: il calcolo continua ad accrescersi progressivamente sino a occupare interamente la cavità nella quale si trova (calcolo “a stampo”), e in questi casi il rene interessato può perdere completamente la sua funzione; più spesso però il materiale precipitato viene trascinato dal flusso dell’urina ed espulso.
Il rischio in queste circostanze è che i calcoli ledano la parete delle vie urinarie, con conseguente comparsa di sangue nell’urina.
Se, invece, il calcolo defluendo raggiunge un punto più ristretto delle vie escretrici, può occluderle provocando una colica renale, che è il sintomo caratteristico della malattia.Diagnosi e terapiaLa diagnosi si basa sull’esame delle urine e del calcolo, sull’ecografia renale, sulla radiografia standard dell’addome.
In casi particolari può essere necessaria l’urografia o la TAC.
La terapia deve essere anzitutto dietetica, con eliminazione di tutti gli alimenti che possono favorire la formazione di calcoli.
Una terapia di questo tipo, che ha soprattutto un significato di prevenzione nei soggetti predisposti, comprende principalmente l’assunzione giornaliera di elevate quantità di acqua oligominerale (2-3 litri al giorno, per la maggior parte a stomaco vuoto), per cui è detta idropinica.
Aumentando così il volume delle urine, si favorisce l’allontanamento spontaneo dei piccoli calcoli e si ostacola il loro accrescimento.
La terapia farmacologica si basa sull’uso di disinfettanti delle vie urinarie e di diuretici.
Il trattamento chirurgico può consistere in tecniche diverse: introduzione, con l’ausilio di un cistoscopio, di un sottile catetere nell’uretere dove si sia arrestato un piccolo calcolo, per mobilizzarlo e farlo scendere in vescica; frantumazione, sempre per via cistoscopica, di grossi calcoli vescicali per rendere possibile l’espulsione spontanea dei frammenti; frantumazione del calcolo dall’esterno con la tecnica della litotripsia; asportazione dei calcoli dopo apertura del rene o delle vie urinarie.
In casi molto gravi può essere necessario asportare l’intero rene interessato.
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