Polmonite
Definizione medica del termine Polmonite
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Definizione di Polmonite
Polmonite
Processo infiammatorio del parenchima polmonare causato da agenti infettivi, chimici o fisici.
Gli agenti fisici sono essenzialmente rappresentati dalle radiazioni (polmonite post-attinica); cause chimiche possono essere acidi o alcali (vedi polmonite ab ingestis).
Gli agenti infettivi sono i più frequenti responsabili di polmonite.
Possono raggiungere il polmone per inalazione, per aspirazione dal nasofaringe (soprattutto in condizioni di alterata motilità delle ciglia dell’epitelio respiratorio), per disseminazione ematogena o, più raramente, per contiguità o per ferite penetranti.
Stati di immunodepressione (deficit di IgA, mieloma multiplo, disordini linfoproliferativi, chemioterapia) o la depressione del riflesso della tosse (coma, anestesia, età avanzata) favoriscono l’insorgenza di polmoniti.
Frequente causa predisponente è l’alterazione dell’attività delle ciglia vibratili dell’epitelio di rivestimento delle vie respiratorie (come nel caso di alcolismo, nelle infezioni virali del tratto respiratorio superiore e nei fumatori di sigarette).
Tra i batteri, Streptococcus pneumoniae (gram-positivo) è il più frequente responsabile di polmonite domiciliare nell’adulto sano; nel soggetto ospedalizzato (polmonite ospedaliera) o portatore di fattori predisponenti sono più spesso coinvolti germi gram-negativi (Haemophilus influentiae, Klebsiella pneumoniae, Serratia, Proteus, Pseudomonas aeruginosa, Escherichia coli).
Da ricordare la polmonite atipica primaria, causata da Mycoplasma pneumoniae.
Anche vari ceppi virali possono causare polmonite.
Il quadro clinico delle forme batteriche è costituito da febbre, brividi, anoressia, malessere, tosse produttiva con espettorazione e dispnea.
Nelle forme causate da Legionella pneumophila si associano spesso sintomi gastrointestinali.
Nelle forme virali o da micoplasma, spesso misconosciute, l’unico sintomo può essere rappresentato da tosse secca e stizzosa con scarso escreato.
La terapia prevede antibiotici e antipiretici, e deve essere eseguita sotto stretto controllo medico.
Vanno eseguiti esami ripetuti dell'escreato, al fine di determinare l'agente eziologico responsabile dell'infezione: nell'attesa dell'esito dell'antibiogramma, che può consentire un'antibiotico-terapia mirata, vengono considerati di prima scelta un macrolide (eritromicina, claritromicina e simili) associato a una cefalosporina di terza generazione o a un derivato penicillinico, tipo amoxicillina più acido clavulanico.
La terapia antibiotica va proseguita per 15-20 giorni.
Gli agenti fisici sono essenzialmente rappresentati dalle radiazioni (polmonite post-attinica); cause chimiche possono essere acidi o alcali (vedi polmonite ab ingestis).
Gli agenti infettivi sono i più frequenti responsabili di polmonite.
Possono raggiungere il polmone per inalazione, per aspirazione dal nasofaringe (soprattutto in condizioni di alterata motilità delle ciglia dell’epitelio respiratorio), per disseminazione ematogena o, più raramente, per contiguità o per ferite penetranti.
Stati di immunodepressione (deficit di IgA, mieloma multiplo, disordini linfoproliferativi, chemioterapia) o la depressione del riflesso della tosse (coma, anestesia, età avanzata) favoriscono l’insorgenza di polmoniti.
Frequente causa predisponente è l’alterazione dell’attività delle ciglia vibratili dell’epitelio di rivestimento delle vie respiratorie (come nel caso di alcolismo, nelle infezioni virali del tratto respiratorio superiore e nei fumatori di sigarette).
Tra i batteri, Streptococcus pneumoniae (gram-positivo) è il più frequente responsabile di polmonite domiciliare nell’adulto sano; nel soggetto ospedalizzato (polmonite ospedaliera) o portatore di fattori predisponenti sono più spesso coinvolti germi gram-negativi (Haemophilus influentiae, Klebsiella pneumoniae, Serratia, Proteus, Pseudomonas aeruginosa, Escherichia coli).
Da ricordare la polmonite atipica primaria, causata da Mycoplasma pneumoniae.
Anche vari ceppi virali possono causare polmonite.
Il quadro clinico delle forme batteriche è costituito da febbre, brividi, anoressia, malessere, tosse produttiva con espettorazione e dispnea.
Nelle forme causate da Legionella pneumophila si associano spesso sintomi gastrointestinali.
Nelle forme virali o da micoplasma, spesso misconosciute, l’unico sintomo può essere rappresentato da tosse secca e stizzosa con scarso escreato.
La terapia prevede antibiotici e antipiretici, e deve essere eseguita sotto stretto controllo medico.
Vanno eseguiti esami ripetuti dell'escreato, al fine di determinare l'agente eziologico responsabile dell'infezione: nell'attesa dell'esito dell'antibiogramma, che può consentire un'antibiotico-terapia mirata, vengono considerati di prima scelta un macrolide (eritromicina, claritromicina e simili) associato a una cefalosporina di terza generazione o a un derivato penicillinico, tipo amoxicillina più acido clavulanico.
La terapia antibiotica va proseguita per 15-20 giorni.
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