Chirurgìa
Definizione medica del termine Chirurgìa
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Definizione di Chirurgìa
Chirurgìa
Branca della medicina che si vale di tecniche manuali e strumentali, di tipo cruento, per la terapia di malattie o affezioni morbose di varia natura e origine.
In linea di massima, nella pratica chirurgica è possibile distinguere un momento demolitivo (asportazione parziale o totale di tessuti e organi) e uno ricostruttivo, variamente combinati tra loro.
Come l’insieme della medicina anche la chirurgìa ha conosciuto nel corso degli anni più recenti enormi progressi con un continuo spostamento in avanti dei limiti considerati un tempo invalicabili, grazie a molteplici fattori: l’affinamento dei metodi di sterilizzazione e asepsi, che permettono di diminuire drasticamente l’incidenza delle complicazioni infettive; i progressi tecnologici, che mettono a disposizione degli operatori materiali e strumenti sempre più sofisticati e duttili; l’affinamento delle tecniche diagnostiche, che rendono possibile al chirurgo un’approfondita preparazione dell’intervento sulla scorta delle informazioni ricavate, alle quali si associa un costante perfezionamento delle tecniche operatorie vere e proprie.
Non si deve inoltre dimenticare il ruolo insostituibile svolto dalla moderna anestesiologia che, grazie ai suoi farmaci sempre più potenti e sicuri e alle sue metodiche particolari (quali la respirazione artificiale, la circolazione extracorporea, l’ipotermia ecc.), permette l’esecuzione di interventi un tempo assolutamente impensabili, come quelli a cuore fermo, ora così frequenti in cardiochirurgia.
Il mantenimento delle funzioni vitali anche in situazioni assolutamente artificiali, grazie all’intervento delle tecniche di rianimazione e di terapia intensiva, consente di allargare considerevolmente le indicazioni chirurgiche estendendole a casi clinici precedentemente considerati inoperabili (pazienti anziani, gravemente compromessi dall’evento morboso o da malattie preesistenti ecc.).
								
								
							In linea di massima, nella pratica chirurgica è possibile distinguere un momento demolitivo (asportazione parziale o totale di tessuti e organi) e uno ricostruttivo, variamente combinati tra loro.
Come l’insieme della medicina anche la chirurgìa ha conosciuto nel corso degli anni più recenti enormi progressi con un continuo spostamento in avanti dei limiti considerati un tempo invalicabili, grazie a molteplici fattori: l’affinamento dei metodi di sterilizzazione e asepsi, che permettono di diminuire drasticamente l’incidenza delle complicazioni infettive; i progressi tecnologici, che mettono a disposizione degli operatori materiali e strumenti sempre più sofisticati e duttili; l’affinamento delle tecniche diagnostiche, che rendono possibile al chirurgo un’approfondita preparazione dell’intervento sulla scorta delle informazioni ricavate, alle quali si associa un costante perfezionamento delle tecniche operatorie vere e proprie.
Non si deve inoltre dimenticare il ruolo insostituibile svolto dalla moderna anestesiologia che, grazie ai suoi farmaci sempre più potenti e sicuri e alle sue metodiche particolari (quali la respirazione artificiale, la circolazione extracorporea, l’ipotermia ecc.), permette l’esecuzione di interventi un tempo assolutamente impensabili, come quelli a cuore fermo, ora così frequenti in cardiochirurgia.
Il mantenimento delle funzioni vitali anche in situazioni assolutamente artificiali, grazie all’intervento delle tecniche di rianimazione e di terapia intensiva, consente di allargare considerevolmente le indicazioni chirurgiche estendendole a casi clinici precedentemente considerati inoperabili (pazienti anziani, gravemente compromessi dall’evento morboso o da malattie preesistenti ecc.).
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