Guillain-Barré, Sìndrome Di
Definizione medica del termine Guillain-Barré, Sìndrome Di
Ultimi cercati: Sotalolo - Gonalgìa - PPD - Terapia sostitutiva - Pube
Definizione di Guillain-Barré, Sìndrome Di
Guillain-Barré, Sìndrome Di
Poliradicolonevrite infiammatoria acuta dei nervi periferici spinali, e talora cranici.
La causa è ignota: l’ipotesi più probabile è quella di un virus che provochi indirettamente la sindrome, innescando una risposta autoimmunitaria contro il nervo: radici, meningi e gangli spinali.
Si tratterebbe, dunque, di una reazione neuro-allergica iperimmune postinfettiva.
Colpisce in genere individui fra i 30 e 50 anni, spesso a qualche distanza da un episodio acuto febbrile o da una vaccinazione: chiamati in causa sarebbero prevalentemente agenti infettivi virali (infezioni delle vie respiratorie superiori, mononucleosi, epatite, morbillo, influenza, herpes zoster).
Questa sindrome, è detta anche paralisi progressiva ascendente perché inizia a livello degli arti inferiori (i più colpiti sono infatti i motoneuroni del midollo spinale lombare) e da questi risalgono rapidamente fino a raggiungere - entro 8-10 giorni - la massima estensione, con il coinvolgimento di tutti e 4 gli arti: dal punto di vista motorio, si ha dapprima impaccio ai movimenti che si trasforma presto in vari gradi di paresi accompagnata a ipotonia e areflessia tendinea (il coinvolgimento muscolare è tipicamente simmetrico e omogeneo, essendo coinvolti i muscoli prossimali come i distali.
Sono colpiti anche i muscoli del collo, della nuca e il diaframma); dal punto di vista sensitivo, dolori e parestesie profonde sono frequenti.
In seguito, i disturbi si possono estendere anche ai nervi cranici, sotto forma di diplegia facciale o di parestesie trigeminali: monitoraggio attento delle condizioni cliniche del paziente è richiesto in caso di interessamento della deglutizione.
In presenza di disturbi sfinterici, si può osservare incontinenza urinaria (transitoria).
Dopo alcuni giorni il liquor (liquido cefalorachidiano) presenta un tipico aumento della proteinorachia che non si accompagna ad aumento del numero delle cellule presenti (dissociazione albumino-citologica).
L'elettromiografia mostra un precoce e importante rallentamento della velocità di conduzione.
L'evoluzione abituale va verso una stabilizzazione dei disturbi, dopo un periodo di ingravescenza da 1 a 3 settimane.
A questa, segue una regressione continua per parecchie settimane o diversi mesi.
Può essere totale o lasciare soltanto qualche postumo lieve, prevalentemente di tipo motorio.
Il ritorno alla norma del liquido cefalorachidiano può avvenire in ritardo rispetto al miglioramento clinico.
La prognosi favorevole assegnata alla sindrome deve tener conto del rischio di gravi complicazioni respiratorie, che sono conseguenza di paralisi dei muscoli respiratori (diaframma sopra tutti) ma anche di paralisi dell'epiglottide.
La terapia con cortisonici può risolvere i disturbi soggettivi iniziali e probabilmente influenzare positivamente il decorso della malattia se intrapresa precocemente.
Non ha influenza, invece, sulle paralisi già stabilizzate e non previene gli accidenti respiratori.
Utile una terapia sintomatica per il controllo dei dolori.
La causa è ignota: l’ipotesi più probabile è quella di un virus che provochi indirettamente la sindrome, innescando una risposta autoimmunitaria contro il nervo: radici, meningi e gangli spinali.
Si tratterebbe, dunque, di una reazione neuro-allergica iperimmune postinfettiva.
Colpisce in genere individui fra i 30 e 50 anni, spesso a qualche distanza da un episodio acuto febbrile o da una vaccinazione: chiamati in causa sarebbero prevalentemente agenti infettivi virali (infezioni delle vie respiratorie superiori, mononucleosi, epatite, morbillo, influenza, herpes zoster).
Questa sindrome, è detta anche paralisi progressiva ascendente perché inizia a livello degli arti inferiori (i più colpiti sono infatti i motoneuroni del midollo spinale lombare) e da questi risalgono rapidamente fino a raggiungere - entro 8-10 giorni - la massima estensione, con il coinvolgimento di tutti e 4 gli arti: dal punto di vista motorio, si ha dapprima impaccio ai movimenti che si trasforma presto in vari gradi di paresi accompagnata a ipotonia e areflessia tendinea (il coinvolgimento muscolare è tipicamente simmetrico e omogeneo, essendo coinvolti i muscoli prossimali come i distali.
Sono colpiti anche i muscoli del collo, della nuca e il diaframma); dal punto di vista sensitivo, dolori e parestesie profonde sono frequenti.
In seguito, i disturbi si possono estendere anche ai nervi cranici, sotto forma di diplegia facciale o di parestesie trigeminali: monitoraggio attento delle condizioni cliniche del paziente è richiesto in caso di interessamento della deglutizione.
In presenza di disturbi sfinterici, si può osservare incontinenza urinaria (transitoria).
Dopo alcuni giorni il liquor (liquido cefalorachidiano) presenta un tipico aumento della proteinorachia che non si accompagna ad aumento del numero delle cellule presenti (dissociazione albumino-citologica).
L'elettromiografia mostra un precoce e importante rallentamento della velocità di conduzione.
L'evoluzione abituale va verso una stabilizzazione dei disturbi, dopo un periodo di ingravescenza da 1 a 3 settimane.
A questa, segue una regressione continua per parecchie settimane o diversi mesi.
Può essere totale o lasciare soltanto qualche postumo lieve, prevalentemente di tipo motorio.
Il ritorno alla norma del liquido cefalorachidiano può avvenire in ritardo rispetto al miglioramento clinico.
La prognosi favorevole assegnata alla sindrome deve tener conto del rischio di gravi complicazioni respiratorie, che sono conseguenza di paralisi dei muscoli respiratori (diaframma sopra tutti) ma anche di paralisi dell'epiglottide.
La terapia con cortisonici può risolvere i disturbi soggettivi iniziali e probabilmente influenzare positivamente il decorso della malattia se intrapresa precocemente.
Non ha influenza, invece, sulle paralisi già stabilizzate e non previene gli accidenti respiratori.
Utile una terapia sintomatica per il controllo dei dolori.
Altri termini medici
Flubiprofene
Farmaco, derivato dall'acido propionico, appartenente al gruppo dei FANS: ha buona efficacia e scarsi effetti collaterali (rash cutanei, cefalea e...
Definizione completa
Apatìa
Distacco e indifferenza affettiva, per cui i fatti della vita, piacevoli o spiacevoli, non suscitano alcuna risposta emotiva. Può riscontrarsi...
Definizione completa
Bence-Jones, Proteinuria Di
Eliminazione urinaria dell’eccesso di catene leggere di immunoglobuline prodotte nel corso di mieloma, leucemia plasmacellulare, amiloidosi (vedi anche proteinuria)....
Definizione completa
Labirintici, Riflessi
Riflessi fisiologici di contrazione dei muscoli dell’occhio e del collo provocati dalla modificazione degli otoliti nell’apparato vestibolare dell’orecchio coi cambiamenti...
Definizione completa
Tritanomalìa
Anomalia del senso cromatico, consistente nella ridotta percezione della componente blu-gialla....
Definizione completa
Salicìlici
Farmaci derivati dell’acido salicilico; sono: l’acido acetilsalicilico, l’acetilsalicilato di lisina, il diflunisal. Sono impiegati per i loro effetti analgesici, antipiretici...
Definizione completa
Arginina
Aminoacido basico non essenziale per l’organismo umano, contenuto nelle proteine. L’arginina svolge importanti funzioni nel metabolismo cellulare intervenendo nel ciclo...
Definizione completa
Autoinfezione
Fenomeno per cui una infezione localizzata in un distretto corporeo si trasmette a un’altra regione del corpo; si definisce autoinfezione...
Definizione completa
Diamo i numeri
Orgogliosi dei nostri numeri e dei servizi che offriamo.
7650
termini medici
6432
giorni online
623904