Inquinamento
Definizione medica del termine Inquinamento
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Definizione di Inquinamento
Inquinamento
Complesso di effetti nocivi che si ripercuotono sulla biosfera e sull’uomo, dipendenti dall’azione di fattori di alterazione degli equilibri esistenti, liberati perlopiù come sottoprodotti dell’attività umana nell’aria, nell’acqua e nel suolo.
Nel problema generale dell’inquinamento del pianeta Terra, l’inquinamento atmosferico costituisce uno degli aspetti più pericolosi e preoccupanti.
Diverse ne sono le cause, riducibili sostanzialmente a tre: residui di gas di combustione, rifiuti aeriformi e polverulenti di industrie (specialmente chimiche), gas di scappamento degli autoveicoli.
Soprattutto le polveri fini (PM10, PM2,5) hanno un impatto sulla nostra salute: si calcola che per ogni aumento di 10 microgrammi/metro cubo di PM10 nell'aria esterna, si verifica un aumento dello 0,5% della mortalità complessiva.
Questo è dovuto all'impatto delle polveri sui soggetti più fragili come i cardiopatici e i bronchitici cronici molto sensibili all'effetto infiammatorio delle polveri.
Per questo motivo sono stati fissati limiti di legge per i livelli di PM10: 50 microgrammi/metro cubo è la soglia di attenzione, 75 è la soglia di allarme, oltre la quale vengono presi provvedimenti come la limitaizone del traffico nei centri urbani.
Ai problemi dell'inquinamento esterno (outdoor) si associano quelli spesso più importanti all'interno delle nostre case, uffici, luoghi di svago, il cui determinante comune è il fumo di tabacco, che contribuisce a creare concentrazioni di polveri sottili indoor molto più elevate degli standard consentiti per l'outdoor.
Gravissimi sono pure l’inquinamento idrico, provocato da scarichi industriali, agricoli e urbani, e l’inquinamento del suolo per l’accumulo di rifiuti solidi e liquidi prodotti da attività industriali e domestiche e dall’uso non di rado scorretto, in agricoltura, di fertilizzanti, anticrittogamici ecc.
Meno evidenti ma ancora più difficili da arginare sono l’inquinamento acustico, determinato dall’eccesso di rumore nelle fabbriche, in città e presso le autostrade (in alcune nazioni, tra cui l’Italia, si comincia già a combatterlo con apposite “barriere” fonoassorbenti); l’inquinamento elettromagnetico, determinato dal moltiplicarsi delle onde elettromagnetiche, dovuto alla diffusione di radioemittenti e di apparecchi (radio, televisori, computer, telefoni cellulari, antenne) che generano piccoli campi elettromagnetici; l’inquinamento termico, che può produrre effetti rilevanti (nel caso del raffreddamento di una centrale termoelettrica mediante le acque di un fiume, per esempio, si possono determinare significativi mutamenti nell’habitat fluviale e nella composizione della fauna ittica).
Nel problema generale dell’inquinamento del pianeta Terra, l’inquinamento atmosferico costituisce uno degli aspetti più pericolosi e preoccupanti.
Diverse ne sono le cause, riducibili sostanzialmente a tre: residui di gas di combustione, rifiuti aeriformi e polverulenti di industrie (specialmente chimiche), gas di scappamento degli autoveicoli.
Soprattutto le polveri fini (PM10, PM2,5) hanno un impatto sulla nostra salute: si calcola che per ogni aumento di 10 microgrammi/metro cubo di PM10 nell'aria esterna, si verifica un aumento dello 0,5% della mortalità complessiva.
Questo è dovuto all'impatto delle polveri sui soggetti più fragili come i cardiopatici e i bronchitici cronici molto sensibili all'effetto infiammatorio delle polveri.
Per questo motivo sono stati fissati limiti di legge per i livelli di PM10: 50 microgrammi/metro cubo è la soglia di attenzione, 75 è la soglia di allarme, oltre la quale vengono presi provvedimenti come la limitaizone del traffico nei centri urbani.
Ai problemi dell'inquinamento esterno (outdoor) si associano quelli spesso più importanti all'interno delle nostre case, uffici, luoghi di svago, il cui determinante comune è il fumo di tabacco, che contribuisce a creare concentrazioni di polveri sottili indoor molto più elevate degli standard consentiti per l'outdoor.
Gravissimi sono pure l’inquinamento idrico, provocato da scarichi industriali, agricoli e urbani, e l’inquinamento del suolo per l’accumulo di rifiuti solidi e liquidi prodotti da attività industriali e domestiche e dall’uso non di rado scorretto, in agricoltura, di fertilizzanti, anticrittogamici ecc.
Meno evidenti ma ancora più difficili da arginare sono l’inquinamento acustico, determinato dall’eccesso di rumore nelle fabbriche, in città e presso le autostrade (in alcune nazioni, tra cui l’Italia, si comincia già a combatterlo con apposite “barriere” fonoassorbenti); l’inquinamento elettromagnetico, determinato dal moltiplicarsi delle onde elettromagnetiche, dovuto alla diffusione di radioemittenti e di apparecchi (radio, televisori, computer, telefoni cellulari, antenne) che generano piccoli campi elettromagnetici; l’inquinamento termico, che può produrre effetti rilevanti (nel caso del raffreddamento di una centrale termoelettrica mediante le acque di un fiume, per esempio, si possono determinare significativi mutamenti nell’habitat fluviale e nella composizione della fauna ittica).
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