Polmone, Tumori Del
Definizione medica del termine Polmone, Tumori Del
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Definizione di Polmone, Tumori Del
Polmone, Tumori Del
Indice:Tipi di tumore e quadro clinicoTerapiatumori che si sviluppano primitivamente nei polmoni.
Sono i tumori più frequenti nel maschio, di cui rappresentano anche la prima causa di morte per cancro (la quinta nelle femmine).
Il rapporto nei due sessi è di 4:1 e il picco di massima incidenza è fra i 55 e i 65 anni.
Fattori di rischio per i tumori del polmone sono considerati il fumo di sigaretta sia attivo sia passivo, l’esposizione a prodotti industriali (per esempio, asbesto, cromo, nichel), a radiazioni, a inquinanti ambientali.
Più discussa, ma postulata, una predisposizione genetica.Tipi di tumore e quadro clinicoDal punto di vista istologico se ne distinguono diversi tipi.
I più importanti sono: il carcinoma epidermoide o squamoso, che rappresenta circa un terzo dei casi, è tipico dei maschi e strettamente associato al fumo; l’adenocarcinoma, più frequente nelle femmine, che rappresenta il 25% circa del totale e si associa spesso a condizioni infiammatorie croniche o a fibrosi polmonari; il carcinoma a grandi cellule, reperibile circa nel 15% dei casi; il carcinoma a piccole cellule, o microcitoma, che costituisce circa un quarto del totale, e che è più spesso associato all’anomala espressione di alcuni oncogeni e presenta caratteristiche embriologiche, biochimiche e di comportamento biologico fondamentalmente diverse dagli altri tipi.
Sulla base di questo assunto si classificano sommariamente i tumori del polmone in due grandi categorie: tumori a piccole cellule e non a piccole cellule.
La differente classificazione riflette in linea di massima due diverse modalità di stadiazione, prognosi e terapia.
I segni e i sintomi dipendono dalla sede e dal tipo istologico.
Nelle forme a sviluppo intrabronchiale il tumore si manifesta con difficoltà di respirazione, tosse persistente, dolori toracici, escreato striato di sangue, broncopolmoniti recidivanti o versamenti pleurici.
Nelle forme a sviluppo extrabronchiale il tumore può restare asintomatico per un lungo periodo; poi l’invasione della parete toracica può determinare dolori costali e versamenti pleurici.
L’infiltrazione delle catene nervose all’apice della spalla nel caso di tumori localizzati nei segmenti superiori può essere responsabile della sindrome di Bernard-Horner (esoftalmo, miosi, ptosi palpebrale), dovuta alla lesione delle fibre nervose simpatiche localizzate nel distretto cervicale; l’ostruzione vascolare intratoracica può invece portare a una sindrome della vena cava; è possibile anche il coinvolgimento del sistema linfatico polmonare con linfangite.
Rare ma tipiche del tumore del polmone, in particolare del microcitoma polmonare, sono le sindromi paraneoplastiche che l’accompagnano (endocrino-dismetaboliche come la produzione anomala di ormoni; scheletriche come l’osteopatia ipertrofizzante pneumica, ovvero le dita a bacchetta di tamburo; neurologiche, vascolari, cutanee ecc.).TerapiaLa terapia dei tumori del polmone segue differenti linee d’intervento, in primo luogo a seconda della bipartizione citata (tumori a piccole cellule e non) e poi a seconda dell’estensione della malattia (stadio).
Nei pazienti in buone condizioni fisiche, i microcitomi di stadio inferiore, con malattia per definizione limitata a un emitorace e ai linfonodi regionali, rispondono bene alla chemioterapia ad alte dosi (cisplatino, etoposide, ciclofosfamide, adriamicina, vincristina variamente combinati nei protocolli di trattamento) associata o meno a radioterapia esterna sul torace.
Nel caso di malattia disseminata oltre i limiti suindicati la risposta è minore, ma la chemioterapia rimane comunque l’alternativa più efficace.
In tutti i pazienti che rispondono completamente al trattamento può essere opportuno procedere a una radioterapia profilattica sul cranio per evitare la comparsa di metastasi cerebrali, anche se l'effettiva efficacia di questa opzione terapeutica è tuttora controversa.
Nei pazienti che versano in condizioni di salute più precarie possono essere indicati trattamenti chemioterapici a basso dosaggio o piccoli cicli di radioterapia, entrambi con fini puramente palliativi.
Nei tumori non a piccole cellule l’alternativa si pone invece sulla base delle condizioni di operabilità: non soltanto dal punto di vista della possibilità di asportazione chirurgica del tumore, ma anche dell'idoneità fisica del paziente a sopportare l’intervento e la conseguente riduzione di tessuto polmonare utile alla respirazione.
Nei casi in cui sia praticabile, la chirurgia rappresenta infatti l’arma terapeutica di scelta.
La radioterapia ha un ruolo chiave nei pazienti inoperabili o in alcuni casi selezionati, per consolidare la risposta all’intervento chirurgico; viene altresì impiegata a scopo palliativo nella malattia metastatica (metastasi cerebrali, compressioni midollari, localizzazioni ossee, lesioni sintomatiche come paralisi nervose, ostruzioni respiratorie, emoftoe ecc.).
La chemioterapia non ha a tutt'oggi ottenuto risultati soddisfacenti in questo gruppo di tumori e viene impiegata solo nelle forme già disseminate.
Le possibilità di prevenzione primaria risiedono nel controllo di tutti i fattori di rischio.
La prevenzione secondaria, o diagnosi precoce, non si è ancora concretizzata in procedure di screening efficaci, efficienti ed economiche.
La prognosi complessiva dei tumori del polmone è ancora oggi grave: solo il 13% dei pazienti colpiti, indipendentemente dallo stadio di sviluppo, è vivo a 5 anni dalla diagnosi.
La percentuale sale al 33% per il tumore localizzato.
								
								
							Sono i tumori più frequenti nel maschio, di cui rappresentano anche la prima causa di morte per cancro (la quinta nelle femmine).
Il rapporto nei due sessi è di 4:1 e il picco di massima incidenza è fra i 55 e i 65 anni.
Fattori di rischio per i tumori del polmone sono considerati il fumo di sigaretta sia attivo sia passivo, l’esposizione a prodotti industriali (per esempio, asbesto, cromo, nichel), a radiazioni, a inquinanti ambientali.
Più discussa, ma postulata, una predisposizione genetica.Tipi di tumore e quadro clinicoDal punto di vista istologico se ne distinguono diversi tipi.
I più importanti sono: il carcinoma epidermoide o squamoso, che rappresenta circa un terzo dei casi, è tipico dei maschi e strettamente associato al fumo; l’adenocarcinoma, più frequente nelle femmine, che rappresenta il 25% circa del totale e si associa spesso a condizioni infiammatorie croniche o a fibrosi polmonari; il carcinoma a grandi cellule, reperibile circa nel 15% dei casi; il carcinoma a piccole cellule, o microcitoma, che costituisce circa un quarto del totale, e che è più spesso associato all’anomala espressione di alcuni oncogeni e presenta caratteristiche embriologiche, biochimiche e di comportamento biologico fondamentalmente diverse dagli altri tipi.
Sulla base di questo assunto si classificano sommariamente i tumori del polmone in due grandi categorie: tumori a piccole cellule e non a piccole cellule.
La differente classificazione riflette in linea di massima due diverse modalità di stadiazione, prognosi e terapia.
I segni e i sintomi dipendono dalla sede e dal tipo istologico.
Nelle forme a sviluppo intrabronchiale il tumore si manifesta con difficoltà di respirazione, tosse persistente, dolori toracici, escreato striato di sangue, broncopolmoniti recidivanti o versamenti pleurici.
Nelle forme a sviluppo extrabronchiale il tumore può restare asintomatico per un lungo periodo; poi l’invasione della parete toracica può determinare dolori costali e versamenti pleurici.
L’infiltrazione delle catene nervose all’apice della spalla nel caso di tumori localizzati nei segmenti superiori può essere responsabile della sindrome di Bernard-Horner (esoftalmo, miosi, ptosi palpebrale), dovuta alla lesione delle fibre nervose simpatiche localizzate nel distretto cervicale; l’ostruzione vascolare intratoracica può invece portare a una sindrome della vena cava; è possibile anche il coinvolgimento del sistema linfatico polmonare con linfangite.
Rare ma tipiche del tumore del polmone, in particolare del microcitoma polmonare, sono le sindromi paraneoplastiche che l’accompagnano (endocrino-dismetaboliche come la produzione anomala di ormoni; scheletriche come l’osteopatia ipertrofizzante pneumica, ovvero le dita a bacchetta di tamburo; neurologiche, vascolari, cutanee ecc.).TerapiaLa terapia dei tumori del polmone segue differenti linee d’intervento, in primo luogo a seconda della bipartizione citata (tumori a piccole cellule e non) e poi a seconda dell’estensione della malattia (stadio).
Nei pazienti in buone condizioni fisiche, i microcitomi di stadio inferiore, con malattia per definizione limitata a un emitorace e ai linfonodi regionali, rispondono bene alla chemioterapia ad alte dosi (cisplatino, etoposide, ciclofosfamide, adriamicina, vincristina variamente combinati nei protocolli di trattamento) associata o meno a radioterapia esterna sul torace.
Nel caso di malattia disseminata oltre i limiti suindicati la risposta è minore, ma la chemioterapia rimane comunque l’alternativa più efficace.
In tutti i pazienti che rispondono completamente al trattamento può essere opportuno procedere a una radioterapia profilattica sul cranio per evitare la comparsa di metastasi cerebrali, anche se l'effettiva efficacia di questa opzione terapeutica è tuttora controversa.
Nei pazienti che versano in condizioni di salute più precarie possono essere indicati trattamenti chemioterapici a basso dosaggio o piccoli cicli di radioterapia, entrambi con fini puramente palliativi.
Nei tumori non a piccole cellule l’alternativa si pone invece sulla base delle condizioni di operabilità: non soltanto dal punto di vista della possibilità di asportazione chirurgica del tumore, ma anche dell'idoneità fisica del paziente a sopportare l’intervento e la conseguente riduzione di tessuto polmonare utile alla respirazione.
Nei casi in cui sia praticabile, la chirurgia rappresenta infatti l’arma terapeutica di scelta.
La radioterapia ha un ruolo chiave nei pazienti inoperabili o in alcuni casi selezionati, per consolidare la risposta all’intervento chirurgico; viene altresì impiegata a scopo palliativo nella malattia metastatica (metastasi cerebrali, compressioni midollari, localizzazioni ossee, lesioni sintomatiche come paralisi nervose, ostruzioni respiratorie, emoftoe ecc.).
La chemioterapia non ha a tutt'oggi ottenuto risultati soddisfacenti in questo gruppo di tumori e viene impiegata solo nelle forme già disseminate.
Le possibilità di prevenzione primaria risiedono nel controllo di tutti i fattori di rischio.
La prevenzione secondaria, o diagnosi precoce, non si è ancora concretizzata in procedure di screening efficaci, efficienti ed economiche.
La prognosi complessiva dei tumori del polmone è ancora oggi grave: solo il 13% dei pazienti colpiti, indipendentemente dallo stadio di sviluppo, è vivo a 5 anni dalla diagnosi.
La percentuale sale al 33% per il tumore localizzato.
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